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FUORI delle RIGHE

TENT

Sta scritto Mt 4,1-11

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.


Figlio di Dio

Già nelle prime righe della scrittura si racconta l’infinita potenza di Dio nell’opera creatrice. Per mezzo della sua Parola – “Dio disse” (Gen 1,3) – ogni cosa ha preso forma e vita. Cristo Gesù è la potente Parola del Padre: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste (Gv 1,3). Tutto il Vangelo racconterà della potenza e della efficacia di questa Parola incarnata, così il centurione arriverà a dire: ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito (Mt 8,8); davanti al crocifisso il centurione e coloro che erano con lui diranno: «Davvero costui era Figlio di Dio!» (Mt 27,54).
Il tentatore non sbaglia nel chiamare Gesù Figlio di Dio, anche se nel primo testamento si è molto parchi nel chiamare i figli dell’uomo come figli di Dio, al contrario di quanto avviene nel nuovo testamento in cui il termine Figli di Dio è abbondantissimo. Neppure sbaglia a riconoscere la potenza di quel Figlio: Pietro dopo la Pentecoste annuncia: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua (At 2,22).


Sta scritto

Il tentatore, invece sembra assomigliare ai sacerdoti e anziani del popolo che ai piedi della croce si facevano beffe dicendo: Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: «Sono Figlio di Dio»!» (Mt 27,42-43).
Fin dalla creazione la potenza della Parola è per gli altri, ha la capacità e la forza di comunicare Amore per gli altri al punto di diventare in loro esistenza e vita. Gesù è Parola di Dio spesa totalmente come dono perché gli altri abbiano vita. Per questo, nel deserto, avverte l’insidia nascosta nel suggerimento di strumentalizzare la potenza della Parola a servizio delle proprie necessità materiali.
La risposta di Gesù è semplice e chiara «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Invece siamo capaci di tutto, sembra aver bisogno di ogni cosa, tutto è necessario come il pane: il lavoro, la salute, la tranquillità, la pace, ma non di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Forse nelle nostre case abbiamo una Bibbia, o un Vangelo, di quelli belli con grandi immagini, con rilegature decorate mentre invece avremmo bisogno di un vangelo dalle pagine stropicciate e consunte; avremo bisogno non della visita del prete per una fugace benedizione delle case ma dell’incontro tra fratelli per capire e confrontarci sul dono incommensurabile della Parola.


Sta scritto anche

Forse inconsciamente abbiamo un certo timore della Parola di Dio - certe forme religiose, le pratiche devozionali non ci scomodano, non scuotono la coscienza anzi la acquietano e la pacificano: Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (Eb 4,12).
Gesù non fa nulla di straordi­nario semplicemente si riferisce a quello che sta scritto… La Parola è in Lui comunione col Padre agendo di conseguenza la porta a compimento: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento (Mt 5,17). Nella bocca di Gesù e nella sua vita la Parola di Dio diventa un richiamo forte alle coscienze: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo” – perché subiamo la tentazione di voler forzare la mano di Dio e piegarla alla nostra volontà! Perché provocare l’Amore e pretenderlo nelle forme e nei modi che ci aggradano?


Sta scritto infatti

Quello che Gesù ha detto e fatto, la sua Parola, la sua stessa persona, può e deve diventare la nostra esperienza: voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola (1Ts 1,6). È la Parola che accolta ci fa Comunione col Padre e la sua Volontà. La Parola è la vita, sapienza, giustizia, santità, miseri­cordia, il cuore stesso di Dio... la sua Parola è il nutrimento necessario, il nostro Battesimo, per questo ci è chiesto Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto.